INTRODUZIONE
di P. Giuseppe Guerra CM

 

Questo II Volume degli Scritti completa la pubblicazione del­le opere del De Jacobis, iniziata nel 2000 col I Volume: edizione del Diario, con i riferimenti al Catechismo amarico e ad altri scritti non pervenutici (di questi scritti si parla nelle lettere del 10.06.1858, 29.06.1858, 08.11.1858, 30.11.1858, e del 13.08.1859).

Le lettere che qui pubblichiamo sono edite per la prima volta. Alcune sporadiche pubblicazioni, fatte lungo il tempo, ebbero scopi prevalentemente divulgativi ed edificanti.

Annales de la Congrégation de la Mission era la Rivista che pubblicava notizie, memorie e lettere dalle varie missioni diffuse nel mondo.

Nell’annata 9 (1844) 275‑283 è riportata la lettera del 19.08.1842; in 10 (1845) 145‑163 quella del 18.06.1843; e alle pp. 164‑168 quella del 29.04.1844. In 11 (1846) 59‑71 troviamo pubblicate le lettere del 17.12.1844 e dell’11.09.1845 (pp. 72‑80); in 12 (1847) 286‑321, la lettera 20.10.1845 e alle pp. 478‑488 quella del 28.09.1846; in 20 (1855) 455‑588, la lettera del 22.12.1853; in 24 (1859) 65‑95 quella del 12.11.1857.

Oppure si tratta di semplici estratti come la notizia del martirio (13 luglio 1855) di Ghebre Micael in 23 (1858) 343‑353 che riporta in parte la lettera del 30.01.1856 e che è ora nella liturgia della festa grande Beato abissino. Anche la lettera del 10.07.1847 è riportata solo in estratto in 13 (1848) 67‑79.

In alcuni casi la pubblicazione su Annales ci risulta particolarmente preziosa, perché non abbiamo trovato i relativi ori­gi­nali in nessun luogo; si tratta delle seguenti annate di Annales: 18 (1853) 405‑421 con la lettera del 13.05.1852; 20 (1855) 586‑588 con la lettera del 28.08.1855; 23 (1858) 439‑451 con la lettera del 29.06.1858; 25 (1860) 5‑8 con la lettera del 30.09.1859 e alle pp. 9‑13 la lettera del 4.11.1859.

Osserviamo che la pubblicazione opera tagli, aggiustamenti, in quanto la Rivista non seguiva tanto un criterio scientifico, ma intendeva comunicare notizie delle missioni da tutto il mondo; anche le date delle lettere qualche volta sono riportate non esattamente. Nella lettera del 12.07.1856 Giustino nota che la sua lettera del 22 dic. 1853 fu pubblicata due anni dopo, nell’anno 1855, ormai fuori contesto. D’altra parte è anche vero che nella pubblicazione stampata doveva essere corretto il testo, che Giustino a volte non aveva il tempo di rivedere (cfr. lettera del 12.11.1857); possiamo immaginare le grandi difficoltà, nonostante le quali ha scritto un così grande numero di lettere (ma nel penultimo anno della sua vita, confessa che gli è ormai «fisicamente impossibile scrivere lunghe lettere», cfr. 30.09.1859).

 

Annali della Propagazione della Fede, la Rivista nata con l’Opera della Propagazione della Fede, pubblicò lettere del De Jacobis nelle annate 15 (1843) 66‑70; 16 (1844) 5‑12; 17 (1845) 272‑278; 21 (1849) 391‑403. Ma si tratta piuttosto di estratti o compilazioni, che si riferiscono rispettivamente alle lettere 18.04.1842; 31.05.1842 (di questa non abbiamo rintracciato l’originale); 18.06.1843 e 11.09.1846.

 

Il Venerabile Giustino De Jacobis (la Rivista intitolata a Giustino De Jacobis) dal 1933 al 1935 pubblicò alcune lettere del Venerabile in una serie intitolata: La Missione Abissina esposta secondo la corrispondenza del suo Venerabile Fondatore. Il testo è fedele agli originali.

Nell’anno 1933 (sesta annata) pubblicò le lettere dirette a Propaganda Fide (nell’ordine di pubblicazione 02.12.1839; 28.02.1840; 04.04.1840; 07.05.1840; 03.05.1841; 14.06.1841; 26.06.1841; 23.09.1841; 09.11.1841; 21.01.1842); e il racconto del viaggio a Roma riportato nella lettera del 22.11.1841. Nel 1934: 11.02.1842; 18.04.1842; 31.05.1842 (stampata anche da Annali della Propagazione della Fede); 15.08.1842; 19.02.1843. E nel 1935, 07.04.1843; 21.06.1843; 30.06.1843; 11.10.1843.

 

Recentemente Annali della Missione 106 (1999) 251‑253 ha pubblicato la lettera dal Collegio dell’Immacolata, in Guala, del 02.02.1847, diretta al Card. Fransoni.

Con l’Epistolario completo che qui viene fornito, è da ritenere che gli storici troveranno, come nel Diario, notizie preziose per inquadrare la vita e l’opera di colui che viene rico­no­sciuto come il Fondatore della Chiesa Cattolica in Abissinia, e come una figura fondamentale nella storia delle Mis­sioni. Il confronto tra il Diario e l’Epistolario, favorito dai due rispettivi Indici Analitici, si arricchisce di reciproche luci, come per esempio è evidente nelle varie redazioni del racconto del Viag­gio a Roma del 1841, nel Diario (fine della Par­te I ecc.), nella lettera a P. V. Spaccapietra 16.11.1841 e nel­la lettera a P. V. Guarini o a P. Spaccapietra del 22.11.1841. Troviamo una descrizione del cattolicesimo al quinto anno della missione (lettera del 17.12.1844 e fine lettera del 14.11.1845). Il 5 gen­naio 1852 De Jacobis torna a fare una sintesi sullo stato della missione (a metà lettera). Am­mirevole la sua comprensione della cultura e della sensibilità degli indigeni (09.01.1845). Nel­l’im­mi­nen­za della sua consacrazione episco­pale, il 4 nov. 1848, espri­me nella lettera al S. Padre Pio IX la sua fedeltà e le speranze della missione. Interessanti e non conosciute altrimenti le notizie circa la proposta di un incarico da affidare a Mons. Biancheri in Egitto (lettera a Prop. Fide del 22.05.1856).

Avemmo già modo di valorizzare alcune sue lettere, per com­prendere la storia della fondazione del suo primo Seminario per i seminaristi autoctoni. Nell’articolo “Gualà: 150 anni fa De Jacobis fondava il primo Seminario in Europa” in Vincen­tiana 38 (1994) pp. 331‑337 riportavamo brani delle lettere 17.12.1844; 11.11.1845; 20.10.1845; 09 e 14.11.1845; 03.12.1845.

Certo anche nei primi biografi e negli studi sul De Jacobis troviamo citati molti brani delle sue lettere.

A. Devin (L’Abyssinie et son Apôtre, Paris, 1866) riporta una ventina di lettere; a Devin, Segretario Generale della Congre­gazione della Missione, erano state inviate le carte del De Jacobis subito dopo la sua morte. S. Arata nelle sue biografie del 1934 e del 1939 dimostra di conoscere i documenti del Processo di Beatificazione e l’Archivio della Postulazione Generale della Congregazione a Roma.

P. L. Betta dopo aver dato un quadro generale degli Scritti del De Jacobis, ha riportato brani tratti dalle Lettres Manuscrites in “Spigolando fra gli scritti di Giustino De Jacobis”, in An­nali della Missione 82 (1975) pp. 26‑46, ripreso in L. Bet­ta, “Comunicazione circa le principali biografie di San Giustino De Jacobis”, in Atti del Convegno di Studi (3‑4 ott. 1987) nel 12° anniversario della canonizzazione di S. Giustino De Jacobis, Valsele Tipografica, Napoli, 1989, pp. 152‑165. L’autore conosce molto bene l’Archivio Storico di Propaganda Fide, avendolo utilizzato nella sua tesi di laurea L’Inizio della Missione Lazzarista in Abissinia, 1838‑1842, Istituto Orientale di Roma, 1950 (cfr. “Fondazione della Missione Lazzarista in Abis­sinia [1838]”, in Annali della Missione 62 [1955] 274‑316 e “I pionieri della missione cattolica in Etiopia”, in Annali della Missione 81 [1974] 182‑235).

Anche P. S. Pane mostra di conoscere le lettere al Governo francese; e infatti le cita nella sua opera: S. Pane, Vita del Beato Giustino De Jacobis, Napoli, 1949, pp. 855ss. Cita inoltre le Lettres Manuscrites, che egli chiama “Epistolario” (ivi, p. 635), e quelle a Propaganda Fide. Il Pane cita le date delle lettere, ma senza indicarne la collocazione.

I vari biografi e studiosi avevano potuto leggere le lettere solo in parte, nell’ordine sparso in cui si trovano nei vari archivi, interpretando la scrittura non sempre leggibile del De Jacobis. Nella presente pubblicazione noi le offriamo al lettore nel­l’ordine cronologico, con le indicazioni fondamentali che, pur senza farne una vera e propria edizione critica, danno gli stru­menti per un progressivo studio critico che ci auguriamo continui e si sviluppi.

 

Le fonti e gli Archivi

 

Le Lettres Manuscrites rilegate in due volumi contengono 379 lettere confluite a Parigi dopo la morte di Giustino. Ripetiamo qui quanto già dicemmo introducendo i 6 quaderni del Diario di S. Giustino: Nel Diario di Mons. Biancheri[1] conservato presso l’Archivio della Diocesi di Asmara, viene notato: «Il Sig. Del Monte parte per Alai per raccogliere tutte le lettere ed effetti di Mgr. De Jacobis...». E nel Diario di Mons. Bel[2] si racconta (in francese) che «Mr Mille, francese abitante a Massawa da alcuni mesi e rientrante in Egitto a bordo del Victoria, ha preso in consegna la nostra corrispondenza e, in più, 5 fascicoli del giornale di Mons. De Jacobis, a partire dall’anno 1843 fino all’anno 1860 con qualcuno dei suoi discorsi che ho inviato a Mr Devin, Segretario Generale, autore della vita di questo santo Prelato, che mi aveva richiesto queste carte che egli conserverà negli archivi della casa madre».

Il primo volume raccoglie 158 lettere dirette a Donna Elena Dell’Antoglietta dei Marchesi di Fragagnano, benefattrice e collaboratrice nella fondazione della Compagnia della Carità in Puglia. Il secondo volume contiene lettere per una buona metà dirette proprio a Parigi; ma sia queste sia l’altra metà con quelle dirette ad altri destinatari, non sono sempre le lettere effettivamente giunte a Parigi, bensì minute che il De Jacobis aveva redatto e conservato: deduciamo ciò dalle molte correzioni e cancellature, e dal fatto che lui stesso (cfr. 08.06.1858) parla dei duplicati che usava fare e conservare. Difficile dire dove siano andate a finire le lettere inviate a Parigi, come anche quelle agli altri destinatari: innanzitutto non tutte saranno pervenute, poiché De Jacobis spesso si lamenta di non averne riscontro. Qualcuna è stata pubblicata su Annales de la Congré­gation anche se, come abbiamo notato, con molti liberi adattamenti.

Le lettere a Propaganda Fide, si trovano a Roma, presso l’Archivio Storico di Propaganda Fide[3], Volumi 3‑6: sono un centinaio di lettere inviate al Dicastero della S. Sede da cui dipendeva il De Jacobis. Sono lettere indirizzate generalmente al Cardinale Prefetto di Propaganda Fide o al Segretario. L’Ar­chi­vio Storico di Propaganda Fide ha un Indice molto utile (Data, Luogo, Autore, Sunto, Foglio) dei sei volumi Fondi Scrit­ture riferite nei Congressi, per cui si può avere l’elenco del materiale ivi contenuto. Una copia manoscritta delle suddette lettere si trova presso la Postulazione Generale CM a Roma.

Le lettere riportate con l’indicazione O.P.M. Fonds Lyon e O.P.M. Fonds Paris, sono conservate appunto a Lyon e a Parigi, presso gli Archivi dell’Opera Pontificia Missionaria.

Si tratta della famosa Opera della Propagazione della Fede, fondata a Lyon nel 1822 da Pauline‑Marie Jaricot (1799‑1862). Abbiamo qui sei lettere inviate dal De Jacobis ai dirigenti della benemerita organizzazione (14.12.1841; 10.07. 1847; 24.08.1848; 07.09.1848; 28.10.1848; 10.06.1858) ed altre sei inviate ad altri destinatari, i quali le hanno poi trasmesse all’Opera. Tra questi lo Spaccapietra, che era membro dell’Opera della Propagazione della Fede, e faceva parte del Consiglio centrale di Napoli, come si deduce dal suo biglietto del 3 agosto che accompagna la lettera del 31.05.1842.

Negli Archives Historiques del Mynistère des affaires étrangères a Parigi troviamo copie di memorie (primavera del 1844 e annessi del 1843; 26.10.1858) e di lettere (12.02.1840; 09.12.1859) indirizzate al governo francese tramite il Console francese.

Nell’Archivio della Provincia Napoletana della Congregazio­ne della Missione si conserva un gruppo di 10 lettere autogra­fe indirizzate a vari destinatari e inoltre 22 lettere a una educanda poi suora clarissa del Monastero di S. Chiara in Ga­latina, Donna Peppina Vernaleone. Di queste 22 lettere esiste una copia manoscritta nella Postulazione Generale C.M., autenticata dalla Curia di Lecce il 9 agosto 1906.

La Positio super virtutibus (pp. 1‑17) per il Processo di Beatificazione del De Jacobis, riporta l’Elenco degli scritti con­segnati, che si riferiscono nella stragrande maggioranza ai due Registri di Lettres Manuscrites e a quelle a Propaganda Fide ed il Nihil obstat ottenuto dalla Congregazione dei Santi il 22.04.1902. Come però ha notato giustamente Betta[4], l’elenco è largamente incompleto e acritico.

 

 

La figura sacerdotale del De Jacobis,

apostolo fino all’eroismo

 

Com’è stato notato (L. Betta, Il primo Giustino De Jacobis, Roma, 1983), già prima di partire per l’Africa il De Jacobis aveva dato prova della sua santità e del suo infaticabile zelo. Nella corrispondenza con la Sig.ra Elena Dell’Antoglietta dei Mar­chesi di Fragagnano (cfr. E. Lucatello - L. Betta, L’Abu­ma Yaqob Mariam, Roma, 1975, p. 209) abbiamo un documento autentico del suo metodo prudente e saggio di direzione spirituale delle anime.

La lettera del 19 gennaio 1839, in cui Giustino scrive al P. P. Fiorillo, Assistente generale, circa le disposizioni del suo animo nel partire per l’Africa, ci rivela che la sua vocazione per le missioni estere era maturata nel suo cuore da lungo tem­po.

Ma Giustino non vuole essere battitore libero e missionario individualista; per quanto amore abbia alle missioni estere, non vuole partire se non con la benedizione e il pieno consenso della sua comunità e quindi del Superiore Generale, come ben esprime nella lettera allo stesso P. Fiorillo il 28 gennaio 1839. Tanto più dolorosi per lui furono quei malintesi avvenuti col P. Generale circa l’organizzazione della missione (lettera a P. Etienne 10.02.1850). A Mons. Biancheri (07.07.1857) raccomanderà comunque di non far uscire all’esterno le questioni interne della comunità.

Accettò in Abissinia l’episcopato che aveva temuto e scongiurato in Europa (cfr. lettere del 14.10.1837 e 21.02.1839), sempre umile, e confortato dalla rassicurazione di restare mem­bro della Famiglia di S. Vincenzo (lettera al P. Generale del­l’11.08.1848).

Capace di ironia e di umorismo, espresse sempre fra­ternità e amicizia (cfr. lettera del 19 nov. 1852); e fu eroico nel ricambiare bene per male, come nel caso del Console De Goutin, da cui ebbe tante difficoltà, ma di cui parlò molto bene quando fu interrogato (lettera del 24.02.1856). Eroico e fedele con i suoi discepoli, quando pur avendone l’op­por­tunità, non sfuggì ai suoi carcerieri (lettera del 07.02.1855).

Emerge chiara dall’epistolario la sua indomita speranza (11.08.1846), la consapevolezza umile ma sincera che la sua mis­sione stava riuscendo e si ingrandiva (18.03.1849 e 27.06.1853). Chiara è soprattutto la sua fiducia nella Provvidenza che tanto più si rivela quanto più grandi sono le difficoltà (01.06.1844).

Anche se non è martire nel senso classico della parola, Giustino lo è stato per la sua testimonianza eroica fino al­l’estremo dono di sé: la sua offerta emerge da quello che può essere considerato il suo testamento spirituale (scrittura del 12.07.1854 e la lettera del 17.06.1854 a Mons. Bian­cheri).

Nella lettera già citata del 30.01.1856, parlando del suo discepolo Ghebre Micael, morto martire e che verrà beatificato nel 1929 prima dello stesso De Jacobis, fa il suo panegirico più bello: «Abba Ghebra Michele..., or ora morto nelle catene per la fede Cattolica, quest’ingegno Abissinese perspicace, colto, retto, esemplare sempre ed attivo... I soldati nel­l’eccesso del­l’am­mirazione loro non l’appellavano più col suo nome, ma dicevano Chedus Ghiorghies, San Giorgio, il quale, secondo la leggenda Abissinese, sette volte morto, era risuscitato sette volte. Questo bell’elogio militare venne confermato, come pare, dal Signore; perché il 13 Luglio, quando il Ca­len­dario del­l’Abis­sinia segna la festa mensile, all’uso Orientale, di questo antico Santo Martire, così com’era allora il nostro Abba Ghebra Michele sul cammino suo doloroso e ca­ri­co di ferri così il nostro Signore chiamollo a se». Rivolgen­do­si al P. Generale (04.01.1856) e al P. Sturchi (10.01.1856) ricorda che Ghebre Micael era stato ammesso, mentre era ancora in prigione, in Congregazione; e nelle lettere 29.06.1858 e 10.06.1858 parla di un ritratto ben fatto del suo discepolo morto martire.

Giustino a sessant’anni si sente vecchio (teniamo presente l’età media di quel tempo, e le terribili prove che ha dovuto sopportare). Ma in una delle sue ultime lettere del 13 agosto del 1859, ci dice con santa ironia anche le doti della vecchiaia (cfr. anche 10.06.1855).

Abbiamo pubblicato solo le lettere scritte da Giustino; sarà compito di altro lavoro la pubblicazione e lo studio di lettere che sono state scritte a lui o che riguardano lui.

Un brano della Circolare dell’On.mo Padre Generale J.B. Etienne (1° gennaio 1853) riguardava proprio Giustino De Jacobis; questi, che non aveva mai protestato o giudicato esagerate le critiche altre volte ricevute dall’On.mo Padre, nella lettera del 15.06.1853 ritenne “esageratissime” le lodi che il P. Generale gli aveva dedicato e le nascose ai suoi compagni. Ma noi, che le giudichiamo invece veramente meritate, vogliamo concludere proprio con le parole del P. J.B. Etienne: «(La visita del P. Poussou) ha avuto anche il grande vantaggio di procurarmi le informazioni più edificanti sulla confidenza gene­rale che ha saputo ispirare la grande virtù di questo venerabile e santo prelato, sulla stima e la considerazione che ispira a tutti la sua vita così apostolica; il buon odore che espande e la sua carità così tenera, e il suo zelo così generoso, e il suo amore così straordinario per la povertà e la mortificazione, non può che preparare al vangelo le più consolanti conquiste. Egli era visibilmente l’uomo di Dio destinato a far ritornare alla vita questa terra desolata, e a strapparla dalle tenebre nelle quali era immersa».

Quasi con le stesse parole il P. Generale si esprimerà nella Circolare del 1° gennaio 1861, per comunicare la morte di Giustino De Jacobis, avvenuta 5 mesi prima il 31 luglio 1860: «Una morte... preziosa davanti a Dio è stata quella di Mons. De Jacobis, fondatore e vicario apostolico della nostra missione dell’Abissinia. Essa ha avuto luogo nelle circostanze che accompagnano la fine degli uomini straordinari che Dio destina per restare i modelli e i protettori dei popoli che hanno evangelizzati: le virtù eminentemente apostoliche che hanno contrassegnato la sua lunga e ricca carriera, e la maniera così manifestamente provvidenziale in cui essa è terminata, indicano la morte di un santo che Dio vorrà senza dubbio un giorno porre sugli altari, e dare per patrono alla nazione abissina, alla quale egli ha dedicato tutta la sua vita di missionario e tutti gli affetti del suo cuore».

 

27 novembre 2003

Festa della Medaglia Miracolosa

 

P. Giuseppe Guerra C.M.

 

 

Ringraziamenti

 

Oltre a P. V. Lazzarini e al Prof. M. Guerra, un doveroso ringraziamento va alla Provincia Napoletana delle Figlie della Carità che ha sponsorizzato l’edizione di questo II Volume degli Scritti del De Jacobis. Grazie inoltre alle Sig.re Michela Tufano e Linda Iacuzio che hanno collaborato alla non facile trascrizione dei testi, e a Suor M. Antonia Di Tano F.d.C. che ha seguito tutto il lavoro con impegno generoso e valida collaborazione.



[1] Pag. 22, 15 agosto 1860.

[2] Pag. 54, 11 maggio 1866.

[3] Fondo Scritture riferite nei Congressi. Africa Centrale, Etiopia, Arabia.

[4] Comunicazione..., 152.