Serva di Dio
Francisca Benicia de Oliveira F.d.C.

 

 

di Francisco Augusto Nunes Pinhero
Murilo Alves Bessa.

La Congregazione dei Santi ha riconociuto la validità dell'Inchiesta Diocesana il 16.03.2012.

 

 

Francisca Benicia de Oliveira ( Sr. Clemencia ) è nata in Redencão-CE, Brasile, il 23 Agosto 1896, figlia di José Joaquim de Oliveira e Francisca Saraiva de Oliveira.

E' primogenita di una famiglia di 14 fratelli, di formazione profondamente cristiana.

Il 2 Agosto 1914, muore la mamma e lei si assume la responsabilità di aiutare il papà nell'educazione dei fratelli e di sostenere economicamente la famiglia, dedicandosi alla professione di sarta.

Ancora adolescente mostra inclinazione per la vita religiosa nella Compagnia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli. Suo padre, però  le fa capire l'impossibilità di realizzare questo suo desiderio essendo la primogenita e pertanto responsabile di tanti fratelli orfani.

Lei insiste presso il padre di voler seguire la chiamata divina e il padre che continua nella sua negativa, decide di consultare i figli. Essi unanimemente danno il loro assenso.

 Nel sentire questa risposta, il padre piange come se avesse ricevuto un colpo al cuore e tutti si commuovono.

 

Nel 1919 Francisca Benicia parte per Fortaleza-Cearà Brasile ed entra nella comunità come postulante. Nello stesso anno è mandata a Rio de Janeiro, dove rimane per sei mesi per il noviziato. Terminato il periodo di formazione, ritorna a Fortaleza nel Collegio " Immacolata Concezione" e vi assume l'ufficio di cuoca per un gran numero di studentesse per vent'anni.

 In questo periodo, contrae un'infezione renale e polmonare. Di fronte a questa situazione le superiore decidono di inviarla a Pacoti-Crearà, dove il clima buono l'avrebbe aiutata nel recupero fisico.

Giunta a Pacoti, possedendo già una buona pratica infermieristica, si trova circondata da un giorno all'altro, da persone colpite da malattie infettive, e da poveri affamati senza uno straccio per coprirsi. Davanti a questa situazione, l'unica soluzione che trova è quella di uscire per le strade a chiedere l'elemosina di porta in porta. Salva così decine  e decine di persone, grazie alla sua eroica lotta contro la miseria.

 

E' così grande la sua compassione verso i bisognosi che un giorno è condotta da un  poliziotto a fare un intervento chirurgico a un moribondo che è  stato portato nella caserma. Giuntavi, con un ago comune, filo e alcool, si inginocchia davanti all'ammalato. Lava le viscere esposte, cuce l'addome con 48 punti e gli salva la vita in una prova di amore a Dio e al prossimo che suscita ammirazione nei presenti.

 

Nel 1943, Sr. Clemencia è mandata dalle Superiore a Baturitè- Cearà, per avere cura dei poveri, invalidi, infermi e ammalati della città. Anche qui continua la sua via Crucis: di porta in porta va mendicando alimenti, vestiti e medicine per i suoi poveri indigenti.

 

Per attendere meglio a questa moltitudine di poveri fonda l'ambulatorio  " Sant'Antonio " dove si prende cura con  vera dedizione e carità di quegli infelici che cercano aiuto materiale e spirituale nelle loro sofferenze.

Suor Clemencia piange con gli ammalati ed è felice quando vede che i suoi poveri sono curati dalle loro infermità.

L’ ambulatorio risulta subito piccolo per curare il grande numero di ammalati. E' necessario costruirne uno più grande per curare meglio i pazienti.

Di fronte al numero sempre più crescente di indigenti, sr. Clemencia va spesso a Fortaleza, capoluogo della regione del Cearà, per procurare medicine, vestiti e cibo per i suoi poveri.

 

E' importante sottolineare che Sr. Clemencia era di costituzione fisica fragile, affetta da diabete, con pressione arteriosa alta e con un'accentuata difficoltà di audizione, ma il suo lavoro assistenziale e missionario era realizzato con allegria, umiltà, grande carità apostolica ed entusiasmo cristiano.

Coloro che l'hanno conosciuta testimoniano ancora  la grande carità da cui era animata.

Sr Clemencia è morta il 6 Luglio 1966 nella città di Baturité-Cearà.

La sua fama di santità è conosciuta da tutti gli abitanti di questa città che alla sua morte ripetevano:" E' morta una santa, la madre dei poveri, ora in cielo intercede per noi! “